Mi chiamo Marco Sciarpa e sono del 1975. Vivo e lavoro a Torino, ho lavorato come designer per 10 anni al centro Stile Fiat e da 5 anni insegno tecniche di rappresentazione digitale allo IED e gestisco il portale d’arte contemporanea Elettrolisa Art Box. Ho al mio attivo circa 70 mostre tra personali e collettive in Italia e all’estero e da circa 4 anni affianco all’attività di pittore anche quella di art performer proponendo piccole performance live nelle quali dipingo a tempo di musica. Mi definisco un “ladro di tramonti”, cerco l’emozione in ogni cosa e cerco di evolvermi in continuazione valutando in ambito lavorativo come personale ogni nuova proposta che possa mettermi in discussione e darmi margini di crescita.
Dipingo dal 2006, ed ho deciso di provare a dipingere perchè non ero capace di farlo; ho iniziato con l’astratto ma poco a poco l’influenza della grafica ha modificato il mio stile facendomi arrivare alla tecnica attuale. Fin da subito ho elaborato la “teoria delle risposte distratte” per cui ad ogni mio quadro è associata la frase di una canzone e spesso e volentieri è il punto di partenza per la creazione dell’opera stessa. Dopo 10 anni di acrilico ho deciso di passare all’olio in quando lo ritengo un materiale più nobile e prezioso, ma la contaminazione delle tecniche e dei materiali rimane comunque la base della mia rappresentazione artistica
Dipingere mi fa semplicemente stare bene, mi trovo nella mia dimensione e non importa che sia da solo o in mezzo alla gente, il semplice fatto di avere il coraggio di esprimermi è la ragion per cui io dipingo. Quando mi capita di cimentarmi in performance live vi è un misto di pudore, timore del giudizio, sfrontatezza e coraggio allo stesso istante, e la concentrazione ed il controllo che devo raggiungere per fare in modo che tutto vada per il meglio mi esaltano.
Principalmente voglio esprimermi, il fatto stesso che io associ una frase ad ogni opera fa in modo che il messaggio sia abbastanza chiaro, in genere dipingo volti o comunque persone molto colorate. In una mostra posso affiancare personaggi famosi a persone completamente sconosciute ma l’importanta non è essere riconosciuti, tutt’altro , l’importante è essere rappresentati, io cerco di rendere ogni mio soggetto una celebrità, anche solo per l’istante in cui qualcuno posa gli occhi sulla figura rappresentata.