Torre Aragonese - SS 106 Torre Melissa
La Torre Aragonese si trova appena fuori dall’abitato di Torre Melissa, sulla ss 106. Oltrepassato l’ingresso, vi si accede tramite un breve percorso in salita, percorribile a piedi e in automobile (ampio parcheggio all’inizio della salita)
La costruzione della Torre Aragonese può essere datata al XVI secolo, durante il dominio degli Aragona sul Mezzogiorno d’Italia, quando vennero costruite anche altre torri di avvistamento per difendere le comunità del regno dai Veneziani e dai pirati.
La Torre, detta anche "Torre Merlata" o "Torrazzo", si distingue per alcune singolari caratteristiche dalle altre torri di avvistamento spagnole edificate tra il XVI e XVIl secolo.
La Torre Merlata è stata proprietà nel corso degli anni dei principi di Strongoli, della famiglia Campitelli ed infine, della famiglia Berlingeri.
Poi per molti anni caduta in disuso fino alla fine degli anni ‘80 quando, grazie a finanziamenti regionali, è stata messa in sicurezza e recuperata a livello architettonico.
Oggi la fortezza è di proprietà comunale e ospita la sede del GAL (Gruppo Azione Locale) "Alto Marchesato Crotonese", dove sono esposti utensili, strumenti, prodotti tipici della cucina locale ed in generale, della tradizione calabrese.
La Torre, di struttura circolare, si sviluppa su tre livelli complessivi:
- subito dopo l’ingresso, si accede ad un cortile interno: possiamo vedere un pozzo, le scale per accedere alle stanze padronali al primo piano e varie porte per le piccole stanze, un tempo adibite a magazzini, ora sede del museo dell’arte contadina e del museo delle conchiglie. All’interno del cortile, vengono organizzati incontri culturali (presentazioni di libri sopratutto sulla cultura calabrese), concerti di musica classica e da camera e rappresentazioni teatrali;
- le stanze padronali, site al primo piano della torre, alcune delle quali ora sono la sede del GAL (Gruppo Azione Locale) "Alto Marchesato Crotonese", inoltre un salone che affaccia su un terrazzo, spesso sede espositiva per mostre di pittura e scultura, infine un salone adibito a sala convegni;
- dal terrazzo del primo piano, tramite una stretta scala, si raggiunge il coronamento, costituito da una sequenza di merlature tramite le quali si poteva controllare l’arrivo di navi dal mare e avere una visione a 360° su tutta la zona costiera e collinare, favorendo così la difesa della torre e del territorio circostante;
- il terrazzo del primo piano probabilmente fu costruito in epoca successiva, comunque sempre per favorire la difesa dal mare.
Museo della civiltà contadina
40 anni fa, il signor Antonio Rosati, cominciò a raccogliere oggetti relativi alla civiltà contadina del suo paese, Melissa. Con passione e amore per il suo territorio e per la sua cultura rurale, Rosati ha raccolto tantissimi oggetti che spaziano dalla vita domestica, alla vita nei campi, all’accudire degli animali, alle botteghe artigiane.
Ogni oggetto raccolto ha la sua storia: può essere una culla per neonati, può essere un rastrello o una vanga da usare in campagna, un banchetto da calzolaio, una vecchia macchina da cucire.
Questi oggetti parlano, per chi li sa ascoltare; narrano di una civiltà contadina, di gente semplice, di famiglie numerose ed unite, di persone che si alzano all’alba per andare a zappare la terra, di donne che preparano il pane in casa, che tessono la tela da ricamare per il corredo delle figlie, che conservano l’acqua e il grano perché niente è scontato e tutto si conquista con il sudore, con la fatica e con l’amore per la propria terra e per la famiglia.
Questi oggetti parlano di gente sincera, arguta e laboriosa: la gente di Melissa.
Museo delle conchiglie
Con la stessa passione e meticolosità certosina con la quale ha costruito il museo della civiltà contadina, il signor Antonio Rosati ha prodotto numerosi oggetti con le conchiglie trovate in riva al mare quando si recava a pescare.
Inizialmente ha creato piccoli oggetti, animali, fiori, soldatini,...; poi ha cominciato a riprodurre edifici del suo paese e del suo territorio contadino; ha riprodotto chiese, costruzioni rurali, palazzi, e la stessa Torre Aragonese di Melissa, nonché costruzioni elaborate dalla sua fervida fantasia.
La costruzione di questi oggetti ha comportato tantissime ore di lavorazione che il signor Rosati ha dedicato in tantissimi anni. Per dare una idea della complessità di questi lavori, si può osservare nel museo una riproduzione di un palazzo che ha richiesto il posizionamento di oltre 17.000 (diciassettemila!) conchiglie di varie dimensioni e caratteristiche.
Molte di queste opere si possono ammirare nel museo delle conchiglie sito al piano terra della Torre Aragonese di Melissa, mentre altre si trovano in collezioni private.
Cenni storici e descrizione Torre Aragonese di Melissa
Fonte: Brochure informativa reperibile all'interno della Torre Aragonese
Torre Aragonese:
La difesa delle coste del territorio calabrese dalle frequenti incursioni musulmane fu esigenza
avvertita sin dal IX sec. sia dai regnanti che dalle popolazioni locali costrette a vivere in uno stato di
continuo terrore. Tuttavia, fu durante il governo Svevo che si prestò concreta attenzione al
problema: l’esigenza di mantenere lo stato di relativa ricchezza che l’accorta legislazione di
Federico II e dei suoi successori era riuscita a generare nella Regione la necessità di realizzare una
adeguata struttura militare. Fu così che proprio in quegli anni, le coste furono munite di una rete di
torri per la postazione e la difesa del territorio. Abbandonate in seguito, sotto il dominio Angioino,
allorché le incursioni via mare sembrano essere terminate, tali torri costiere, prive di qualsiasi
manutenzione e saccheggiate per ottenere materiale da costruzione, nel XVI sec. erano ormai ridotte
a macerie. Ma, nei primi anni del 1500, le incursioni turche si intensificarono nuovamente tanto da
costituire una forte minaccia per beni e persone. Il regnante dell’epoca, il Viceré Don Pedro di
Toledo, sostenuto da Fabrizio Pignatelli Marchese di Cerchiara, diede allora l’avvio, nel 1550, ad un progetto di costruzione e di ristrutturazione delle torri costiere. L’11 marzo del 1565 il Marchese
di Cerchiara annunciava al Viceré che le torri erano ultimate per la quasi totalità. La Torre
Aragonese di Melissa rientra, molto probabilmente, fra quelle ricostruite: la sua struttura circolare
induce, infatti a pensare ad una sua origine Normanna-Sveva (XII sec.).
La fortezza si presenta con
una struttura assai imponente: il rapporto tra l’altezza ed il diametro è tale da conferirle l'aspetto di
un piccolo castello più che di una torre. Essa è costruita dal primo livello, dal secondo livello e dal
coronamento, separati tra loro da un cordolo in tufo. Si accede al primo livello mediante una scala a
cielo aperto posta all’interno del cortile interno. La costruzione poggia le sue fondamenta su una
piccola altura rocciosa a breve distanza da Torre Melissa e presenta, su lato che si affaccia verso il
mare, un corpo di forma quadrangolare che, aggiunto alla sua struttura originaria in un secondo
tempo, è già evidente in una stampa della seconda metà del XVIII sec. dipinta dall’Abate
Saint-Non. Dalla stessa stampa si evince la presenza di altre strutture quali: un magazzino deposito,
una piccola chiesa per le funzioni religiose, una torre a pianta quadrata usata come avamposto e probabile ricovero per i soldati, una fontana con cisterna per la raccolta dell’acqua, un abbeveratoio
ed una vasca di recupero dell’acqua utilizzata per il lavaggio delle vesti.
Stampa realizzata dall'abate Jean-Claude Richard de Saint-Non Fonte: Wikipedia
Tutto ciò fa pensare al “Torrazzo” di Melissa come ad una struttura inserita in un complesso autosufficiente e non come ad un edificio atto solo alla difesa delle coste. Inoltre, il fabbricato prospiciente la Torre, la cui costruzione risale ad un periodo successivo, per le sue caratteristiche architettoniche fa pensare ad una destinazione d’uso abitativa e ciò dimostra un aumento dei soggetti necessari al funzionamento della struttura militare o, più probabilmente, alla nascita di una struttura civile di supporto a quella militare. Successivamente alla sua edificazione la Torre divenne la residenza dei Principi di Strongoli e Conti di Melissa che la usarono come dimora di caccia ed avamposto di guardia. In seguito fu sempre proprietà di nobili-latifondisti sino ad appartenere alla famiglia Berlingieri che, nel corso del XIX sec. fece grandi fortune grazie all’acquisto e soprattutto all’usurpazione dei terreni demaniali. Attualmente la fortezza, di proprietà comunale, ospita nel suo interno la sede del GAL Kroton che, dopo gli interventi di ristrutturazione eseguiti dal Comune di Melissa, sì è interessato della sua promozione e valorizzazione al fine di renderla fruibile e nel contempo essere meta turistica.
Museo della Civiltà Contadina:
La Torre Aragonese ospita al suo interno, nella parte inferiore, un Museo di Civiltà Contadina,
allestito con cura e precisione storica dal Sig. Antonio Rosati.
Il Museo, che rappresenta un tuffo nella vita contadina del passato, è diviso in diverse forme e dimensioni.
Sezione del latte:
Sono presenti vari attrezzi utilizzati per la lavorazione del formaggio e delle ricotte. Fra tutti gli
utensili si caratterizzano le famose “fisceddre”, contenitori di forma diversa adoperati per
trasportare le ricotte che un tempo erano vendute esclusivamente porta a porta.
Sezione del vino:
Allora come oggi, il vino è il più importante e portante prodotto dell’agricoltura di questo territorio:
ne è prova il riconoscimento della DOC Melissa. Il ciclo di produzione del vino è nella nostra terra
tuttora laborioso ed affascinante. In questa sezione si possono ammirare gli ormai rari utensili usati prima dell’avvento tecnologico, fra i quali si distingue il “torchio a mano” che un tempo era
utilizzato per la spremitura dell’uva.
Sezione della tessitura:
La tradizione popolare vuole le donne ottime tessitrici ed è per questo che è stata dedicata un’intera
sezione ai principali attrezzi utilizzati per la tessitura di tutti i filati, in modo particolare del lino.
Sezione degli attrezzi da lavoro:
In questa sezione sono esposti i più importanti attrezzi da lavoro del contadino, del calzolaio e del falegname nonché vari suppellettili e utensili che facevano parte del quotidiano di ogni famiglia. Un
tempo, infatti, tutto ciò che faceva parte del fabbisogno familiare era prodotto in casa e conservato in appositi recipienti di terracotta per poterli conservare il più a lungo possibile.
Il Museo delle Conchiglie
Allestito nell’atrio del primo livello della Torre Aragonese è possibile visitare il Museo delle Conchiglie. Le opere sono dell’artista locale, Antonio Rosati e riproducono Castelli, Edifici e Chiese del territorio, ma anche piccoli oggetti come animaletti, fiori, soldati ecc...